mercoledì 1 aprile 2009

Programma

­Presentazione Area Etica e progetto per la nuova città

1) Area Etica

Area Etica è un’associazione politico-culturale formatasi a Sassuolo come naturale evoluzione della “Casa della sinistra”, nata col compito di riunire le varie anime della sinistra uscite a pezzi dalle ultime elezioni. Ci si è resi conto che il pur lodevole tentativo cozzava contro l’istinto di autoconservazione e le resistenze dei singoli partiti, e, cosa ancora più importante e decisiva, neanche l’eventuale riuscita dell’immane compito avrebbe fornito una risposta adeguata alla realtà, che è molto più sfaccettata.

La realtà, (anche locale, che è quella che ci riguarda maggiormente) ci parla di una quantità sempre maggiore di persone, soprattutto giovani, che non trovano nei partiti alcuna corrispondenza con la loro carica ideale, col loro operare in maniera etica e solidale, ne’ tantomeno risposte ai loro bisogni.

Molte persone, e noi tra queste, hanno voglia di confrontarsi concretamente con le cose che ritengono giuste, senza chiedersi se sono di destra o di sinistra, ma caso mai se sono fattibili e come.

Area Etica, quindi, è un luogo moderno di democrazia, dove la prima attività è lo scambio di esperienze e conoscenze tra membri, per favorire la crescita di ognuno, peculiare della “forma associazione”.

Poi è un luogo progettuale, perché si propone di incidere nel territorio diffondendo pratiche e saperi utili allo sviluppo di una socialità più civile, rispettosa degli individui e dell’ambiente che abitiamo, perché lo dobbiamo passare ai nostri figli.

E’, infine, un laboratorio operativo, perché si propone di trovare forme e modi adeguati per far si che i progetti si concretizzino nella realtà.

Questa sera ci presentiamo, e presentiamo il nostro progetto di città, anche se le amministrative non sono certo il nostro habitat naturale;

Presentiamo un progetto (e lo rendiamo disponibile a tutti) con un suo filo conduttore e un suo orizzonte, fatto in larga misura di esperienze già operative altrove, che hanno queste caratteristiche: miglioramento della qualità della vita, creazione di posti di lavoro, risparmio economico.

Il nostro lavoro si è basato su alcuni dati di fatto, spesso misconosciuti o sottovalutati, per cui è utile, prima di illustrare il nostro progetto fare un’operazione di presa d’atto della realtà, del contesto in cui ci muoviamo; senza questa consapevolezza è impossibile valutare correttamente l’importanza e l’urgenza di qualsiasi proposta, compresa la nostra.

1) Quella che stiamo vivendo è una crisi di sistema, che ci obbliga ad un cambiamento radicale di stile di vita e prospettiva. Stiamo assistendo in diretta al collasso di un modello, che ci si presenta con tre facce diverse: la crisi economica, quella sociale e quella ambientale. La prima cosa da fare, se vogliamo davvero affrontare un problema, è riconoscerlo per quello che è; in questo caso specifico significa rifiutare la lettura che tende a separare quello che in realtà è un evento unico.

2) L’analisi che la classe politica (con qualche eccezione) fa della situazione, e di conseguenza le risposte che da, sono deficitarie e dannose. Le ragioni sono molte, e vanno dall’interesse personale e particolare, all’ignoranza vera e propria. Il risultato è la distanza siderale tra la realtà e la nostra classe politica, che misuriamo quotidianamente col deteriorarsi della qualità della vita.

3) Non c’è da inventare niente. Per cambiare rotta, e innescare il ciclo virtuoso dello sviluppo sostenibile, del benessere realmente diffuso, della giustizia sociale basta mettere in connessione le tante esperienze positive già funzionanti nel nostro Paese, far si che questi esempi concreti diventino un progetto unico, l’orizzonte che l’attuale classe politica non sa o non vuole vedere.

4) Abbiamo pochissimo tempo, lo confermano tutti gli studi scientifici sui cambiamenti climatici. La realtà, che qui in Italia non trova voce nell’informazione, è che i prossimi dieci anni saranno decisivi, e probabilmente durissimi per tutto il pianeta, quindi anche per il distretto ceramico; siamo già al punto che possiamo solo limitare i danni, ed evitare che diventino irreversibili.

La realtà, terribile, è che le nostre generazioni si misurano con la possibilità concreta della fine della civiltà così come la conosciamo.

Nel resto del mondo è già iniziata la corsa alla “Terza rivoluzione industriale” che è tecnologica, etica ed ecologica; per salire su questo treno servono tante qualità, ma questo territorio le ha tutte: coraggio, tenacia, determinazione, rigore etico, capacità di assunzione di responsabilità, intelligenza, competenza. Tutti dobbiamo far emergere queste qualità, ed è essenziale pretenderle da chi ci guida.




Progetto per una nuova città

Per costruire una città bisogna saperla immaginare,” ha detto nella sua più recente intervista Oscar Niemeyer, architetto centenario. Intendeva, lo spiegava bene: il problema non è progettarla, per questo ci sono i bravi esecutori. Prima di tutto bisogna saperla pensare quando ancora non c'è: vederla nella mente, vederla prima. (citazione da un editoriale di C. De Gregorio, L’Unità)


Ci vuole una visione, lunga, che comprenda un orizzonte chiaro a tutti, perché senza questo non si riesce a dare un senso allo sforzo quotidiano.

E’ la politica che deve essere capace di immaginare la meta e coordinare le energie presenti nel territorio (lavoro, scuola, volontariato, cultura, arte, ecc…) per rendere il percorso fruttuoso e meno accidentato possibile. Per farlo deve recuperare valori che dovrebbero esserle propri, primo tra tutti l’etica, e la consapevolezza che la sua attività è un onorevole servizio alla comunità, e non un’occupazione privilegiata.

Noi non abbiamo dimenticato che non più tardi di un anno fa la classe politica italiana, la più numerosa, costosa ed inefficiente d’Europa era sul banco degli imputati per le ottime ragioni di cui sopra; si parlava di dimezzare il numero dei deputati e dei senatori, di eliminare le province e di accorpare comuni. Bene, questo è il primo punto del nostro progetto; la fusione (e non l’unificazione, che troppo spesso ha come risultato la moltiplicazione degli incarichi e il peggioramento dei servizi) dei comuni di Sassuolo, Fiorano e Maranello in un'unica, nuova, città.

Gli altri punti sono relativi al “come” deve essere questa nuova città, e al “cosa” deve fare per essere più efficiente, vivibile e giusta.


Razionalizzazione amministrativa

1) Fusione dei comuni di Sassuolo, Fiorano e Maranello.

Perché nei fatti è già un'unica città, ma oggi è amministrata da tre sindaci, tre Giunte e tre consigli comunali, che insieme a Formigine hanno costituito l’Associazione dei Comuni Modenesi del Distretto Ceramico.

Quattro enti (organismi?) per fare il lavoro che dovrebbe e potrebbe fare uno solo. Se a questi sommiamo la Provincia (altro ente inutile) fanno cinque. Perché dobbiamo pagare cinque volte un servizio? C’è forse un valido motivo per cui dobbiamo rassegnarci al sovradimensionamento della burocrazia?

Una sola amministrazione, oltre a costare meno, renderà più semplice affrontare la crisi economica, sociale e ambientale in cui ci troviamo; sarà sgravata da interessi di campanile e quindi più veloce, potrà dotarsi di un piano urbanistico unico, e quindi, volesse il cielo, finalmente sensato.

Esempi di malfunzionamento burocratico:

1) numero uffici stampa

2) difficoltà a spostare attività produttive da un comune all’altro per non perdere le tasse


Altri vantaggi saranno:

1) Armonizzazione delle attività territoriali, produttive, culturali.

2) Surplus di personale da destinare a diversi servizi (non si licenzia nessuno)

3) Maggior peso politico (federalismo - abolizione delle province)


E’ utile sapere che:


a) Il legislatore considera l’unificazione solo come passo intermedio per arrivare alla fusione

b) la politica delle fusioni in Italia è finora fallita solo per cause di interesse politico

c) L’iter per arrivare alla fusione prevede un referendum vincolante della popolazione e successivamente una legge regionale che istituisca confini e caratteristiche del nuovo comune.


Caratteristiche dell’amministrazione: etica, trasparenza e partecipazione.

Un’amministrazione pubblica con queste caratteristiche è così difficile da attuare, che è necessario introdurre alcuni strumenti che favoriscano un agire etico e la riduzione della partitocrazia.


Strumenti

1) Corso sull’etica per la Giunta, i Consiglieri Comunali (maggioranza ed opposizione) ed i Dirigenti pubblici. Si tratta di strutturare un corso con docenti di livello per nutrire il sentimento dell’eticità, del bene comune nelle persone che occupano ruoli pubblici.

2) Introdurre modelli “terzi” di scelta dei posti la cui decisione è determinata da soggetti politici. Esiste tutta una serie di società collegate ai Comuni, i cui Consigli sono nominati dal Sindaco, dalla Giunta o dal Consiglio Comunale. Poi nelle medesime società vi sono i revisori contabili da nominare. Poi ci sono gli incarichi che il Comune da a professionisti. Ora c’è la SGP, una srl con unico socio il Comune che può utilizzare strumenti meno trasparenti di quelli di un ente pubblico in quanto privato. Questi posti sono diventati un modo per sostenere i costi della politica (uno terminato l’incarico deve andare a fare altro) o per ripagare persone di fiducia, etc etc. Un modello “terzo” è anche l’estrazione a sorte, o a rotazione. Per il revisore di una società si seleziona tra l’elenco dei commercialisti e ragionieri residenti che esercitano la professione da almeno 10 anni.

3) Introduzione del metodo di “Bilancio partecipativo”, come si fa già in alcuni comuni italiani, da Grottammare a Novellara, che di fatto riduce le distanze tra cittadini e politica intesa come governo della città.


La rete, poi, offre l’opportunità a chiunque lo desideri di avere una conoscenza diretta delle discussioni e delle decisioni di chi amministra la città. Proponiamo quindi 2 semplici cose:


1) Riprendere le sedute del consiglio comunale e immetterle su youtube, creando di fatto una “tv del comune”. Una rivisitazione della vecchia Radio Radicale e delle sue dirette parlamentari. Una pratica di buona informazione, e quindi di democrazia, che non costa nulla.

2) Pubblicazione in rete di tutte le spese dell’amministrazione, voce per voce, in maniera semplice e accessibile. Uscite, ma anche entrate, perché si è diffusa nel nostro paese la pratica dell’indebitamento dei comuni attraverso operazioni finanziarie che di fatto minano il futuro delle generazioni future.


Il primo agire etico di un’amministrazione è poi il non sprecare denaro pubblico per cui proponiamo due cose:


1) Passaggio ai programmi gratuiti della rete.

Col semplice passaggio da windows a linux la provincia autonoma di Bolzano risparmia ogni anno 2 milioni di euro.

2) Sostituzione immediata di tutta l’illuminazione pubblica di vecchia concezione con quella di nuova generazione a basso consumo, che consente risparmi dell’ 80%.


Caratteristiche della città: identità e partecipazione


Pur essendo uno dei territori più ricchi d’Italia, la comunità è sfilacciata, e l’identità e la socialità si assottigliano sempre più. Soprattutto Sassuolo paga i cambiamenti legati ad uno sviluppo economico senza programmazione, e quelli dell’immigrazione senza una reale politica di integrazione.

Alla sera Sassuolo risulta disabitata: piazze e strade vuote con la sola presenza di badanti e extracomunitari. Il numero dei locali è sempre più basso. Si fanno alcuni grandi eventi “elitari” molto costosi (la lirica a Palazzo Ducale), e pochissime sono le risorse investite per attività minori ma che manterrebbero fermento in città nel corso dell’anno.

E’ necessario costruire una Comunità Socialmente Responsabile, ponendo al centro due elementi:

- la dimensione del quartiere;

- reale partecipazione dei cittadini.


Strumenti


1) Valorizzare l’esistente: in ogni quartiere esistono già molte realtà (circoli, polisportivi, corsi serali, etc). E’ necessario creare una vetrina

delle opportunità del quartiere. Questa vetrina può rientrare nel giornalino del Comune di Sassuolo che arriva ad ogni famiglia.

2) Sussidiarietà: favorire la gestione da parte dei cittadini nello strumento dell’associazionismo. Ad esempio le associazioni che gestiscono i parchi, i circoli che organizzano corsi, etc

Dare un tema all’anno che orienti la cultura, la scuola, il lavoro. Ad esempio il tema dell’acqua, della Storia di Sassuolo, etc. In quell’anno su quello specifico tema si deve studiare, imboccare la strada per il futuro ed iniziare a percorrerla.


L’identità del distretto è legata indiscutibilmente alla ceramica. Sarà ancora così in futuro se se questa saprà aprirsi ed evolvere.

Noi pensiamo che questa nuova città debba diventare la “Capitale mondiale della ceramica” del disegno, della tecnologia, dell’impiantistica e della qualità. E’ necessario progettare ora una città dove possano convergere gli interessi del settore a tutti i livelli; una piazza, anzi “La Piazza” dove si possa operare a 360°.

Una Piazza moderna ed eco-sostenibile, fatta sì di ceramica ma anche di quella tecnologia che permette oggi di costruire in modo autosufficiente energeticamente, un gioiello di funzionalità legata all’ambiente.

E’ un progetto ambizioso, ma è l’unico che probabilmente permetterebbe di valorizzare il nome che Sassuolo si è costruito nel tempo, e di riassorbire le perdite dovute al calo produttivo.



Cultura e arte


La cultura è per una comunità quello che per l’individuo è la coscienza di sé. E’ il filo sottile che lega conoscenze, usanze, tradizioni ed esperienze, che fornisce un’identità e la possibilità di evolvere. L’arte poi, per sua natura intrinseca, dà la possibilità di “vedere” oltre i limiti conosciuti, di immaginare, permettendo salti di qualità indispensabili soprattutto in momenti come questo. Una società senza spinte e sostegno culturale è destinata in poco tempo a cannibalizzarsi, a sparire per estinzione. L’idea di tagliare in questo campo è talmente assurda che non sarebbe neanche il caso di parlarne, se non per ricordare ancora una volta che sono i costi della politica, a detta di tutti, a dover essere ridimensionati, e di parecchio.

In realtà un sistema gestionale integrato ad una reale conoscenza dei temi affrontati può produrre un sistema di autoalimentazione economica stabile.

La cultura può essere un media di scambio-baratto dove il passaggio di denaro viene sostituito da relazioni positive e vantaggiose per tutte le parti in causa, e anche un ottimo veicolo di visibilità dedicato alle imprenditorie locali.

Esistono molti esempi concreti di collaborazioni tra enti pubblici, privati e promoter che attraverso questo tipo di gestione hanno risolto il problema della mancanza di fondi.


Area Etica sostiene la necessità della produzione e promozione dei servizi culturali, partendo dalle risorse locali e da quei sistemi di relazione che si sono autonomamente generati nel tempo. La nostra città è un laboratorio molto più interessante ed esteso di quanto non si creda; quello che manca è un progetto capace di valorizzare l’esistente creando sinergie tra le diverse realtà presenti sul territorio, e metterle in relazione con i centri di produzione e promozione culturale perlomeno dell’area provinciale: artisti, gallerie, agenzie teatrali, circoli e case editrici.

Manca poi un luogo fisico dove artisti di varie discipline possano interagire tra loro, ideare e realizzare progetti più complessi di quelli che potrebbero realizzare da soli, raccordandosi ad esempio col tema annuale del Festival della Filosofia, unico evento culturale di eccellenza del nostro territorio.

Noi proponiamo che questo luogo sia l’ex Goia/Matrix, attualmente un “non luogo” destinato all’abbattimento. Crediamo che il suo recupero, e il suo utilizzo come centro di produzione dell’associazionismo artistico multidisciplinare e culturale, darebbe al territorio molto più di quanto chiede. Un luogo dove riunire sale prova musicali, produzione video, cinema e fotografia, spazi per compagnie teatrali ecc; dove l’arte e la cultura non solo si produca ma si possa vedere e ascoltare, da inserire a pieno titolo nella rete nazionale di locali dove questo avviene già.

Ambiente, lavoro e sviluppo


L’ambiente non è un fastidioso costo da accollarsi, è una opportunità necessaria.

L’ambiente è l’unico mercato che tirerà nei prossimi trenta anni, e questo significa lavoro e sviluppo invece di disoccupazione e declino.

Ambiente significa bio-edilizia, energie rinnovabili, ciclo dei rifiuti zero, acqua potabile non privatizzata; tutte cose che ci spacciano per costose utopie, mentre invece sono un guadagno anche economico, oltre che in termini di salute e qualità della vita.

Due dati:

a- L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che il 20% dei decessi in Italia derivano da cause ambientali.

b- La pianura padana è una delle 5 zone più inquinate del pianeta.

Domanda: abbiamo alternative?


1) Bioedilizia

Noi vogliamo adottare la normativa della provincia autonoma di Bolzano, dove ormai si costruisce e si ristruttura solo in classe A; edifici che consumano fino al 90% in meno di energia, con un enorme miglioramento ambientale e un risparmio economico per i cittadini superiore a qualsiasi ipotizzato e mai realizzato abbassamento delle tasse. Denaro che rientra in circolo sostenendo l’economia.

Vogliamo che si costruisca in sostituzione dell’esistente (e non urbanizzando ulteriormente zone collinari) cominciando dalle vecchie aree industriali dismesse attualmente situate in zone che dovrebbero essere residenziali.

Bisogna progressivamente spostare le attività produttive verso la pianura,

lasciando la zona a ridosso della collina per le abitazioni.


2) Energie rinnovabili

Prodursi da se l’energia che si consuma e trasformare la rete elettrica esistente in modo che funzioni in maniera orizzontale permettendo lo scambio (esattamente come avviene per internet) è uno dei fondamenti della terza rivoluzione industriale. Nei suoi lavori, l’autorevole economista e ispiratore delle politiche ambientali dell’Unione Europea, Jeremy Rifkin,

spiega efficacemente come questo sia un passaggio obbligato se vogliamo mantenere la nostra civiltà ad un alto livello tecnologico. L’alternativa è il medio evo, o l’età della pietra, nel caso fossimo particolarmente stupidi.

Per poter essere immediatamente autosufficienti energeticamente bisogna che l’illuminazione pubblica e privata sia di nuova generazione (risparmi fino all’80%) mentre l’autoproduzione elimina a monte il 25% di dispersione che avviene lungo i cavi. Segnaliamo che la Beghelli (azienda italianissima che ha sede a 50 km da qui) offre ad aziende ed enti la possibilità di riconvertire l’impianto di illuminazione a costo zero, con un guadagno immediato del 10% annuo sulla spesa per energia per i primi sette anni, dopodichè gli impianti rendono il 100% della produzione, che copre il 70% del fabbisogno. L’estensione di questo sistema è un altro punto del nostro programma, che ha come risultato lavoro, sviluppo, miglioramento della qualità della vita e una montagna di denaro che rientra in circolo, sostenendo l’economia.

L’unico inconveniente di queste pratiche di puro buon senso è che cittadini e aziende non dovrebbero più pagare bollette, o comunque molto meno; questo, in generale ovunque, ma soprattutto in Italia, dove la crema dirigente del capitalismo non vive di lavoro ma di tariffe e bollette, è vissuto con comprensibile terrore.

Questa cosa si può fare già adesso, (lo ha fatto un paese della Germania)

e ricordiamo che la Ferrari Auto, una grande azienda ad altissimo livello tecnologico, sarà energeticamente autosufficiente nel 2010.


3) Ciclo rifiuti zero

Anche in questo campo si è stesa una cortina fumogena di disinformazione, atta a salvaguardare enormi interessi economici. Siccome però non ci piace fare demagogia portiamo l’esperienza del Centro Riciclo Vedelago, azienda privata del trevigiano recentemente premiata dall’Unione Europea per la sua attività, che opera in attivo senza sovvenzioni pubbliche, e la cui semplice filosofia è: “I rifiuti non esistono; esistono i materiali”. Risultati concreti: riutilizzo e vendita del 99,5% del secco, più posti di lavoro del sistema tradizionale, riduzione del 50% delle tariffe rifiuti dei comuni convenzionati, sostanziale inutilità di discariche ed inceneritori, con conseguente miglioramento ambientale e quindi della salute. Il Centro Riciclo Vedelago ha aperto negli ultimi anni 2 centri analoghi in Sardegna 1 in Piemonte, Sicilia e Puglia.


4) Acqua

L’acqua sarà il prossimo enorme problema con cui dovremo confrontarci, e non sarà tra decenni, ma entro pochi anni. Se non operiamo positivamente ora, da subito, ne saremo travolti. Senza acqua non è possibile fare niente, semplicemente non è possibile la sopravvivenza.

In questa situazione l’idea di privatizzarla è semplicemente criminale.

Per capire le dimensioni di questo problema è utile conoscere alcuni dati.

a- Solo il 3% dell’acqua presente sul pianeta è potabile, e di questa la maggior parte viene utilizzata dall’agricoltura e dall’industria.

b- L’Italia ha l’acqua potabile più buona al mondo, ma contemporaneamente è il maggior consumatore di acqua imbottigliata.

c- La nostra rete idrica spreca in perdite circa il 40% dell’acqua potabile.

La prima cosa da fare è la ristrutturazione della rete idrica, utilizzando lo stesso “sistema Beghelli”, il modello “esco”, che consente di trasformare i risparmi sui costi di gestione in quote di ammortamento degli investimenti.

La seconda è l’obbligo del doppio circuito per nuove abitazioni e ristrutturazioni con recupero delle acque piovane.

La terza è la promozione dell’uso dell’acqua potabile comunale.


5) Metanizzazione spinta dei mezzi di trasporto.

Il metano, attualmente è di gran lunga il miglior modo di spostarsi in auto sia dal punto di vista ambientale che di costi. Inquina un terzo in meno della benzina e del diesel, non è cancerogeno, e costa un terzo. Ricordiamo che in Trentino è già possibile fare il pieno di metano direttamente dal proprio allacciamento domestico, risolvendo così il problema della carenza di distributori. La distribuzione del metano ad uso domestico è capillare e possiamo già utilizzare una rete per approvvigionarci del carburante più economico e meno inquinante, questo da subito ora, senza dovere aspettare nuove tecnologie.

Considerazioni finali:


Questa come potete ben vedere è in realtà una bozza aperta, adatta ad essere modificata e conclusa con il contributo di chiunque ne condivida i principi ispiratori. Mancano parti importanti, lo sappiamo, come: solidarietà sociale, legalita, istruzione, sanità e tanto altro ancora, perché questo è l’inizio di un percorso che vuole andare avanti, oltre.

Oltre la campagna elettorale e le elezioni che sono il mercato della politica quindi la morte del confronto. Non lanciamo parole d’ordine ad effetto ma un messaggio: da questa palude si esce col contributo di tutti quelli che credono davvero nell’etica e nel bene comune.


Aspettiamo i vostri commenti e le vostre idee anche sugli spazi web appositamente aperti:


areaetica@gmail.com

www.areaeticasassuolo.blogspot.com

Facebook: areaetica



Grazie per l’attenzione,

Sassuolo 23/03/09




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